A PROPOSITO DELL’INTERVENTO SULLA STAZIONE DI “PESCARA – PORTO” DELL’EX FEA
Apprendiamo dalla stampa che sarebbero imminenti i lavori per il recupero e la nuova destinazione di area e della Stazione “Pescara-Porto”, terminale urbano della storica ferrovia elettrica Pescara–Penne (ex FEA). Il progetto, oggi illustrato, risente della genericità presente già nell’ Avviso della Regione Abruzzo, proprietaria dell’immobile: come denunciato da Italia Nostra (già il 2.2.18); non emergeva con sufficiente chiarezza la richiesta di conservare il carattere di un sito dalle straordinarie qualità storiche, di ubicazione nel cuore della città e direttamente prospiciente al mare. Così, incide pesantemente sulla definizione progettuale l’incomprensibile mancato riconoscimento, da parte della Soprintendenza Regionale ABAP,
dell’interesse culturale in un complesso di archeologia infrastrutturale così significativo per la storia di Pescara. Infine si rileva la delega totale all’investitore privato del programma edilizio e funzionale da parte del Comune.
Leggiamo a proposito delle destinazioni previste: “un polo di stampo artistico – gastronomico ma anche uno spazio per uffici” Ricordiamo che il bando iniziale, pur rivolto alla iniziativa privata, prevedeva destinazioni di interesse pubblico e, pertanto, andrebbero esclusi sia uffici non connessi alla attività culturale prevalente, sia forme di commercio assimilabili alla grande distribuzione. Eliminare spazi per studi privati, uffici, commercio ordinario ecc., favorirebbe peraltro un ridimensionamento dell’impatto visivo certamente esorbitante e indifferente alla dimensione spaziale del luogo, con un ingombro eccessivo anche rispetto ai manufatti esistenti ed al contesto circostante.
La spazialità dell’area deve conservare la palazzina, gli hangar di rimessa per gli autobus, le altre tracce ferroviarie, anche nel nuovo progetto e con le nuove destinazioni. Infatti la memoria del sito è elemento della costruzione di questa parte della città; non si deve commettere l’errore di isolare una parte rispetto al tutto come è avvenuto per le due stazioni ferroviarie maggiori, quella di Pescara Centrale e di Portanuova, nelle quali le demolizioni effettuate hanno snaturato anche le parti residue.
Auspichiamo che il progetto approvato preveda, quindi, oltre che per i due edifici verso il mare, anche il riuso dei capannoni-rimessa nella parte ovest, almeno nella loro conformazione spaziale. Per quanto riguarda il “luogo d’arte” vorremmo saperne di più; ricordiamo che il sito ospitò due edizioni di
“Fuori Uso” la geniale rassegna ideata dal compianto Cesare Manzo e forse nel sito ci sono ancora tracce del passaggio di artisti importanti (come, del resto, permane la originaria scritta).
Ora si propone un nuovo spazio; ma, a nostro avviso, esso si dovrebbe programmare all’interno della rete dei musei e dei luoghi espositivi cittadini che, invece, attualmente languono, privi come sono di una organizzazione unitaria e di risorse adeguate; intanto si annunciano almeno tre nuove strutture per l’arte a gestione separata, frutto di iniziative del mecenatismo pubblico o privato, cui questa si aggiungerebbe.
Un progetto culturale a scala urbana e una strategia (mai adottata finora) per i musei diventa ormai urgente per connettere le strutture esistenti e programmate, sottraendole alla casualità di scelte particolaristiche.
L’intervento privato potrà inserirsi in esso, non sostituirlo arbitrariamente. Questa visione permetterebbe di ottimizzare proposte e interventi, anche con le possibilità che il digitale consente, oltre la pandemia e facendone soprattutto luoghi di produzione della cultura .
Ci auguriamo che questo intervento possa tener conto delle nostre osservazioni, realizzando una struttura per la città e, insieme la conservazione di una memoria; torniamo a chiedere che, anche nel campo dei servizi e degli spazi per la cultura, si favoriscano momenti di partecipazione nei quali noi chiediamo di essere coinvolti con le altre associazioni cittadine.
Il Direttivo della Sezione di Italia Nostra “L. Gorgoni” Pescara