COMUNICATO STAMPA SULL’ ACQUA DEL GRAN SASSO – LA SFORTUNA DEI TERAMANI

gran sasso d'italia5 marzo 2015 – Una volta i teramani avevano a disposizione la grande riserva d’acqua derivante dal più importante “massiccio carbonatico”, costituente il complesso montuoso del Gran Sasso, il più importante dell’Appennino. La montagna conteneva nelle sue viscere una specie di autoclave, che riforniva una miriade di sorgenti che sgorgavano da ben oltre i mille metri fino alla base dove si abbarbicano i tanti paesi montani dei due versanti est-ovest. Tutto ciò fino a quando non fu abbattuto l’ultimo “diaframma” di roccia che la costruzione del doppio traforo autostradale, prevedeva. Quel giorno il getto violentissimo del “colpo d’acqua”, manifestò l’irruente pressione di oltre 60 atmosfere, pari ad una colonna d’acqua di oltre 600 metri! Da allora “la depressione” portata fino a qualche decina di atmosfere, è rimasta e mantenuta tale, depauperando una pletora di sorgenti attorno alla quota 1000 e 1500 mt s.l.m. per un arco ampio del versante teramano e non solo. L’acquifero contenuto dentro le cavità carsiche del massiccio, (l’autoclave), non può essere più riempito, pena il cedimento di alcuni tratti delle volte (estradossi) dei trafori autostradali della A 24! (leggi tutto)