“BORGHI – VIAGGIO ITALIANO”, UN PROGETTO PER 1000 BORGHI E 200 TESTIMONI

borgo1Da Nord a Sud, da Ovest a Est, dal mare alla montagna, non c’è lembo d’Italia che non abbia luoghi degni di essere visti e apprezzati. E’ quell’Italia cosiddetta minore, quanto a dimensione e popolazione, dalle mille sfaccettature, che attrae moltissimo i turisti stranieri che dopo aver visto le città d’arte Firenze, Roma, Venezia, Napoli, ritornano per conoscere dal di dentro la nostra cultura, le nostre tradizioni e il nostro modo di vivere e di mangiare. E’ una sorta di ragnatela di piccoli centri, dove si è conservato meglio il rapporto fra ambiente e costruito, fra architettura e paesaggio, che si rivolge a quei turisti esigenti e colti che amano la bellezza e l’armonia e che desiderano fare esperienze dirette e coinvolgenti del paese in cui si trovano. Chi sceglie di soggiornare in un borgo, vuole essere cittadino temporaneo del paese, la hall di un albergo è la piazza, ha detto qualcuno.Considerati un tempo come la carta di riserva, la possibilità ulteriore di un turismo costantemente alla ricerca dell’inusuale, oggi sono visti come una realtà competitiva a livello internazionale, lo specchio della storia più intima e vera della penisola. Di borghi si parla da molti anni, un’eredità insidiata da pericoli mortali però, da un lato lo sviluppo senza regole e l’omologazione che cancella il passato, dall’altro lo spopolamento di intere zone montane e a cavallo degli appennini, svuotate di abitanti, di attività e di anima. Quale turismo se non c’è nessuno, quale attrattiva se viene meno lo spirito del luogo, se manca una produzione autentica? L’abbandono dei territori è la morte dell’economia e della cultura materiale. Non bastano i posti letto e i mercati finti se non ci sono le persone con le loro attività, la loro storia, la loro tradizione. E i loro dialetti perché “le parole sono cose, perse le parole si perdono le cose”. (LEGGI TUTTO)