COMUNICATO STAMPA DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE SUL PARCO DELLA COSTA TEATINA
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8 ottobre 2015 – È decisamente sconfortante l’esito dell’incontro tra il presidente D’Alfonso e i sindaci del costituendo Parco Nazionale della Costa Teatina, stando almeno a quello che si deduce dal comunicato diffuso dalla Regione a commento dell’iniziativa. Un incontro che sa di “vecchia politica” e nulla ha a che vedere con “l’intelligenza collettiva” al servizio delle riforme e della comunità tanto decantata dallo stesso presidente. Da taluni sindaci sarebbe arrivata la richiesta di una “governance che dia maggiore spazio alle Istituzioni rappresentative del territorio e un quadro normativo da rivisitare in modo da non ingessare gli strumenti urbanistici vigenti”. È bene che i cittadini sappiano che i parchi nazionali sono retti da un Consiglio composto da otto membri (che non percepiscono stipendi né gettoni di presenza, ma solo il rimborso delle spese vive sostenute per la partecipazione alle riunioni), tutti nominati dal Ministro dell’Ambiente ma indicati rispettivamente: 1 dal Ministero dell’Ambiente stesso, 1 dal Ministero dell’Agricoltura, 1 dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), 1 dalle associazioni ambientaliste e ben 4 (il 50%) dai Comuni del territorio. Puntare sulla richiesta di una governance che dia più spazio al territorio significa soltanto arrovellarsi sul nulla. Regione e Sindaci cercano di aprire un “mercato delle vacche” sul Parco nazionale della Costa Teatina ma nei tavoli chi sta dando le carte? Le associazioni WWF, Legambiente, Italia Nostra, Lipu, FAI, Marevivo e Pronatura chiedono al Ministero di non dare alcun credito a quello che somiglia decisamente troppo a un mercato delle vacche e di chiudere in fretta, senza ulteriori inaccettabili rinvii, un iter che ha superato ogni ragionevole durata e discussione.(leggi tutto il comunicato stampa)