FRANCESCHINI: PER IL TURISMO ABBIAMO FATTO TANTO MA GLI ENTI STATALI SONO IN STALLO
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1 dicembre 2015 – “Se c’è un settore in cui devono fare sistema pubblico e privato è il turismo“. Il ministro ai Beni Culturali e al Turismo Dario Franceschini è intervenuto così al convegno “Orizzonte 2020: quali risorse per il turismo”, organizzato dall’Osservatorio parlamentare per il turismo oggi a Roma. “Noi, come soggetto pubblico, abbiamo fatto molto con i due tax credit e con l’eliminazione del parity rate – ha sottolineato il ministro -. Inoltre, nel Programma operativo nazionale cultura destinato alle regioni del Mezzogiorno abbiamo per la prima volta pensato di non riservare tutte le risorse alla tutela del patrimonio ma di togliere 114 milioni su 490 e metterli a bando, presumibilmente dal mese di febbraio, per le industrie culturali nel settore del turismo perché c’è bisogno di sostenere l’imprenditorialità che c’è già e far nascere iniziative imprenditoriali nuove in tutti i settori del turismo culturale. Abbiamo individuato 25 grandi attrattori culturali in cui non mettiamo soltanto le risorse per recuperare il bene ma per tutto ciò che deve avvenire attorno al bene, quindi strutture ricettive, trasporti, parcheggi, viabilità – ha aggiunto – Naturalmente, mentre il recupero del contenitore è una cosa che può fare il pubblico da solo, tutto il resto deve necessariamente prevedere l’integrazione totale pubblico-privato”. Franceschini ha quindi ricordato di “non aver trovato una situazione particolarmente felice” negli enti dello Stato che si occupano del settore, “dall’Enit al Promuovitalia, alla direzione generale del turismo”. “Questo quadro si completa con il riequilibrio dei ruoli dello Stato rispetto alle Regioni”, ha detto poi a proposito della riforma del Titolo V della Costituzione: “La riforma costituzionale sarà approvata in forma definitiva in questa primavera, qualche mese per il referendum e a fine anno le norme saranno operative quindi entreremo in una stagione diversa. Adesso dobbiamo fare delle scelte, dobbiamo decidere in che Paesi fare promozione, a che tipo di pubblico rivolgerci, andare a scegliere dei target precisi che siano adatti al sistema turistico italiano”, ha concluso il ministro.