Italia Nostra Pescara “Lucia Gorgoni” regala semi di Mirto autoctono dell’antica “Silva lentisci”, Pineta litonanea della costa dell’Adriatico Centrale. Il nostro “mirto della pineta” partecipa al ” mercato sotto l’albero” organizzato da “Mercato scoperto” di San Vito Chietino, all’ interno di una manifestazione sullo scambio di antichi semi; i nostri Giovanni Damiani e Marcella Travaglini parteciperanno ad un incontro il 19/12, domenica pomeriggio, portando le nostre bacche.
Scrive Giovanni Damiani:
“Trentacinque anni fa questo ecotipo tanto decantato da scrittori e poeti era sull’orlo dell’estinzione: ne sopravvivevano solo tre arbusti a Pescara e uno a Ortona, tutti in pericolo per la vicinanza alle strade. Fu così che ne raccolsi le bacche e le coltivai arrivando a ottenerne un centinaio di piantine. In parte sono sistemate, rigogliose, nel giardino del palazzo ove abito, qualcuna fu regalata a parenti in Colonnella (TE), altre ripiantate in pineta (facendo abusivismo verde di necessità).
OGGI ABBIAMO A DISPOSIZIONE UN’ABBONDANZA DI BACCHE E CON ITALIA NOSTRA INTENDIAMO FARNE REGALO A TUTTI COLORO CHE VOGLIANO COLTIVARLE. È un’azione concreta per completare il salvataggio in difesa della biodiversità dei genotipi autoctoni.
Myrtus communis è una pianta aromatica chiamata anche “mortella”. È un cespuglio legnoso che può raggiungere al più circa due metri di altezza. Le foglie sono lucide verde scuro intenso, con ghiandole aromatiche. I fiori, abbondanti e profumati, sono di rara bellezza e persistono al lungo. I frutti sono bacche nere bluastre che contengono fino a 17 semi. L’ecotipo abruzzese è diverso dai mirti della Sardegna, Calabria e Basilicata.
Nella mitologia dell’antichità, Myrsine, fanciulla dell’Attica, fu uccisa da un maschio che lei aveva battuto ai giochi ginnici e gli dei, commossi, la trasformarono in un arbusto di mirto.
Per i greci era pianta sacra ad Afrodite (Venere per i Romani ): quando la dea nacque dalla schiuma del mare, nuda, andò a nascondersi dietro un cespuglio di mirto.
A Roma, alla sommità del colle del Quirinale, vi erano due mirti sacri.
Nella tradizione è sempre stata la pianta beneaugurale e che evoca purezza, nobili sentimenti, profondità interiore: per questo rami di mirto venivano messi nelle sepolture dei bambini, dei fanciulli e delle fanciulle.
Ciò perché nella mitologia greca Dìoniso scese nell’Ade per liberare la madre che ottenne in cambio di un arbusto di mirto.
I poeti se ne ornavano il capo con corone (erroneamente oggi pensate essere di alloro) e i guerrieri ne mettevano sull’elmo prima della battaglia, per augurarsi la salvezza. Immancabile in bouquet dei matrimoni delle dinastie reali.
COME PROCURARSI I SEMI: le bustine regalo, con opuscoletto allegato e mini-istruzioni, possono essere prese presso la sede di Italia Nostra onlus -Bibioteca “Falcone e Borsellino”, in viale Bovio 446 in Pescara.
Orario di apertura da lunedì a venerdì ore 9,00 – 13,00; pomeriggio 16,00- 18,00.
Attenzione: i semi non sono longevi: vanno piantati in dicembre-gennaio.