LA CULTURA COME ANTIDOTO ALL’EUROSCETTICISMO.LA POSIZIONE DI FRANCESCHINI AL VERTICE DI BRUXELLES

30 maggio 2014 – La cultura come veicolo dell’integrazione europea e, quindi, come migliore antidoto all’euroscetticismo dilagante nel Vecchio Continente. Dario Franceschini, ministro dei Beni Culturali, si presenta così ai colleghi dell’Unione, nel corso dell’incontro svoltosi a Bruxelles per determinare l’agenda europea per la cultura. L’idea di base è che solo con la cultura si può costruire un’identità europea e il semestre di presidenza italiano sarà l’occasione migliore, secondo Franceschini, per fissare una serie di impegni legati proprio a questi temi. Da via del Collegio Romano fanno sapere che, durante questo periodo, sarà organizzato un seminario sul turismo, probabilmente nel Sud Italia. Una particolare attenzione sarà data al turismo culturale, mediante la promozione di accordi con gli Stati del Nord Africa per far sì che il Mediterraneo diventi un mare fra Paesi che parlano tra di loro, per favorire la preservazione dei beni archeologici e monumentali che costituiscono un patrimonio comune. A settembre e ottobre, inoltre, saranno organizzati ben quattro incontri focalizzati su cultura, digitalizzazione, mobilità dei giovani artisti e turismo. Già note location e data del primo dei quattro incontri: il 24 settembre nella Reggia di Venaria, vicino Torino. “Partendo dal lavoro svolto durante la presidenza greca – annuncia il ministro – si proporranno tecniche per continuare i progetti culturali europei”. A fine anno, infatti, scadrà il piano di lavoro per la cultura partito nel 2011. Pertanto, a Bruxelles si discute della cooperazione culturale da portare avanti in tutta l’Unione Europea negli anni a venire. Le proposte riguardano i nuovi modelli di finanziamento per il comparto, l’utilizzo delle tecnologie digitali per avere migliore accesso alla cultura e la sua promozione, nonché lo sviluppo di nuovi approcci di governance. Franceschini ha poi aggiunto: “A livello Ue c’è la consapevolezza generale che la cultura sarà uno dei veicoli più forti per portare a crescita, sviluppo e occupazione. Se è vero che la forza dell’Europa sta nella propria storia e creatività, ci possono copiare scarpe e orologi, ma non patrimonio, bellezza e talenti europei”.
Samuele Sassu  – Pubblicato su QuotidianoArte.it del 27 maggio 2014