L’operazione S. Francesco salvò il lupo appenninico (di Antonio Bini)

PESCARA – Torna a farsi sentire sulle nostre montagne l’ululato del lupo. Ma non si tratta del risveglio d’un incubo atavico, quanto piuttosto il ritorno alla natura di una delle sue creature più straordinarie.  Le intense nevicate di questo inverno sono la cornice casuale ma al tempo stesso del tutto coerente con il tema di una mostra al Museo delle Genti a Pescara, assai singolare: “Il Luparo”, dell’artista Amedeo Lanci, scomparso un anno fa a Firenze. Lanci ha voluto rappresentare attraverso la magia e i colori delle sue opere una figura estinta, quella del cacciatore di lupi, un mito dell’immaginario di un passato nemmeno tanto lontano, inserito nel contesto della secolare transumanza abruzzese che fu tra gli scenari della sua infanzia. La mostra è stata al centro di riflessioni antropologiche, artistiche, ambientali e naturalistiche, promosse dalla Direzione del Museo con la collaborazione dell’Associazione Amedeo Lanci, dell’Associazione ASTRA e di Italia Nostra di Pescara. Tra queste è interessante registrare il contributo di Franco Tassi, storico direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, noto nell’ambito degli studiosi europei per l’Operazione San Francesco, che all’inizio degli anni settanta salvò dall’estinzione il lupo appenninico. (leggi il contributo di Franco Tassi)