Non ha ricevuto manifestazioni di interessi il bando comunale per la cosiddetta
riqualificazione delle aree di risulta della ex stazione centrale di Pescara. Il Progetto che
ne era alla base riprendeva quello messo a punto dalla precedente Amministrazione
Comunale, introducendovi alcune variazioni ( più parcheggi, nuove strade, ecc) che non
ne hanno cambiato la impostazione: un equilibrio cercato tra la valorizzazione immobiliare
interna all’area, il potenziamento della sua destinazione a parcheggio al di fuori di ogni
ipotesi generale di mobilità, una residuale zona a parco e l’indifferenza sulla scelta dei
servizi per la città. Come Italia Nostra, insieme a vasta parte dell’opinione pubblica, ci
siamo opposti sia alla prima che alla seconda versione del progetto che oggi viene
archiviato, avendo mostrato la sua intrinseca fragilità sia in termini di dotazioni urbane che
sul piano, tenacemente ricercato, dell’ offerta sul mercato immobiliare ; l’attuale fase dello
sviluppo urbano avrebbe dovuto suggerire di utilizzare questa grande occasione per
valorizzare l’ampio quadrante centrale cittadino (che mostra la crisi delle sue tradizionali
destinazioni ed i segni della sua vetustà)piuttosto che immettervi ulteriori aree fabbricabili.
Per questo non saremo tra chi rimpiange la negativa conclusione del bando, prodotto di
una idea di città confusa e debole, nella quale la grande opportunità costituita dalla
disponibilità di 11 ettari liberi al centro della città è stata vista come mediazione al ribasso
tra spinte contraddittorie; il maggior rimpianto resta per il tempo trascorso, per i trenta
anni di inconcludenti iniziative e di sottovalutazione della funzione rigeneratrice che queste
aree potevano ed ancora possono avere al centro della zona più densamente edificata
del Medio Adriatico.
Ma oggi leggiamo di una proposta che sembra avere il consenso sia della
Amministrazione Comunale che della Regione per una realizzazione della sede pescarese
dell’Ente proprio nelle Aree di Risulta.
Oltre alla evidente improvvisazione della proposta essa delinea uno scenario ancora
diverso dai precedenti e, fino ad ora, avversato da tutti ; si punterebbe infatti su una forte
concentrazione di uffici in area centrale col duplice effetto di un incremento dei flussi di
traffico per il gran numero di impiegati qui richiamati e la occupazione di gran parte dei
posti auto previsti, che, invece, venivano presentati come offerti alla clientela dell’area
commerciale. Colpisce ,inoltre, che questi uffici vengano intesi come intercambiabili con
un grande servizio urbano, sociale o culturale, per il quale ( senza mai nominarne la
natura) era stata indicata un’area denominata “campo” Come se avere uffici che
occupano parcheggi di giorno e al tramonto riconsegnano un’area deserta alla città , sia
paragonabile a realizzare giardini, funzioni culturali e per l’incontro.
La proposta, appena enunciata, sembra inoltre dover trovare la sua definizione, formale e
finanziaria, forse incompatibile con l’utilizzo dei finanziamenti già disponibili.
Italia nostra ritiene che proprio oggi è il momento di rilanciare l’unica proposta che è in
campo dall’inizio, da quando le aree sono state acquisite e che ha avuto un grande ruolo
anche nelle trattative con FFSS, come raccontano ancora i testimoni:
REALIZZARE QUI ED ORA IL GRANDE PARCO CENTRALE DELLA CITTA’
Questa proposta , che prende le mosse dalla antica mobilitazione per il “bosco in
città”,non solo ha il consenso dei cittadini, ma è l’unica che esprime una compiuta idea di
città, indica una strategia di intervento basata sul contrasto alle emergenze climatiche,
sulla mitigazione dell’inquinamento e sulla valorizzazione delle aree circostanti che , a
partire dagli elementi di qualità introdotti nell’area, possono essere oggetto di interventi di
riqualificazione edilizia e di rinnovo dell’offerta commerciale.
Questa idea si inserisce nella linea di radicale ridisegno delle città europee: Dal parco di
Gleisdreieck a Berlino, esteso per circa 26 ettari tra storici siti ferroviari della città, alle
esperienze francesi e spagnole, alle stesse tendenze che in Italia si manifestano a Milano
o a Verona.
Un autorevolissimo studio 1 condotto su 245 città ( cioè su un quarto della popolazione
mondiale) ha indicato tra i maggiori fattori di pressione ambientale il PM 2,5 (polveri molto
sottili, del diametro di 2,5 micron), attualmente responsabile di 3,2 milioni di decessi
prematuri all’anno (che diverranno 6,2 milioni in assenza di misure adeguate) e le ondate
di calore estivo, responsabili di 12.000 decessi prematuri/anno e di sofferenza per milioni
di persone. Ai ritmi attuali dei cambiamenti climatici si stima che nel vicino 2050, si possa
giungere a 260.000 decessi anno da stress termico.
Nelle alberature cittadine esistenti (current stock of street trees) e nel loro incremento si
individua la produzione dei maggiori benefici per la popolazione urbana , quali :
– contenimento delle ondate di calore.
– abbattimento del PM 2,5
– sequestro del carbonio per la mitigazione del clima
– governo delle piogge intense
– riduzione del rumore
– benessere per la salute fisica e mentale
– difesa del suolo
– creazione di spazi per la ricreazione
– aumento del valore economico delle abitazioni
– incremento della bellezza urbana
L’incremento della dotazione arborea, la necessità di finanziamenti adeguati per il
verde pubblico concorrono dunque fortemente ai due principali obiettivi: l’ abbattimento
dell’inquinamento atmosferico e l’abbassamento delle temperature estive in ambiente
urbano.
Il parco centrale che proponiamo risponde pienamente a queste necessità ed opportunità
Facciamo notare,inoltre, ch la proposta presenta un alto grado di fattibilità: l’investimento
pubblico ( dai 12 fino ai 17,9 milioni) potrebbe subito essere impiegato per la realizzazione
del parco, con l’ambizione di farne una eccellenza nazionale, come e più degli esempi che
abbiamo riportati: la disponibilità delle aree e di consistenti finanziamenti consentirebbe di
avviare subito la progettazione, ripensando l’intorno in termini urbanistici e di mobilità
(tenendo anche contro dei suoi sviluppi tecnologici) con una adeguata tempistica.
In questo modo la città di Pescara si renderebbe coerente protagonista del Progetto Life +
A_GreeNet per la Rigenerazione Verde della città del Medio Adriatico, un progetto di 3,5
milioni finanziati, del quale la Regione Abruzzo è capolista, e la città di Pescara è
beneficiaria:
adattare la città di Pescara all’innalzamento delle temperature e alle ondate di calore
attraverso un processo di de-sealing sulla area di risulta è mai come ora un dovere.
Al contrario non cogliere questa opportunità dimostrerebbe la imbarazzante
contraddizione di una Regione e un Comune che beneficiano di finanziamenti UE come i
progetti Life+ solo per facciata, promuovendo nei fatti azioni ad essi contrari.
Per queste ragioni la nostra proposta, lungi dall’essere astratta come per anni è stata
classificata senza un minimo di riscontro fattuale, si presenta come la più concretamente
attuabile, garantisce di spendere denaro pubblico per realizzare un ambizioso fattore di rigenerazione dell’area centrale, ed indica una prospettiva di intervento per l’intera città
improntato alla resilienza ed alla riconversione ecologica vera.
Si apra pertanto, come previsto dalla normativa, il dibattito pubblico con la partecipazione
dei cittadini e delle associazioni, perché, continuiamo a ricordarlo, la partecipazione, oltre
a essere un alto momento di democrazia, è prevista, e dovuta, per trovare e condividere la
migliore delle soluzioni possibili nel contesto attualizzato.
Pescara, 19/02/2022
Il Comitato Direttivo della Sezione di Italia Nostra “L. Gorgoni”, Pescara
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Healthly Air, a global analysis of the role of urbani trees in addressing particulate matter
pollution and extreme heat – AA:VV: Nature Conservacy. Studio finanziato da China
Global Coneseration Fund e North America urban programs of nature conservacy),