SECONDO CONFINDUSTRIA IN ABRUZZO SI VUOLE NEGARE IL DIRITTO SANCITO DALLA U.E. DI PARTECIPAZIONE DEL “PUBBLICO INTERESSATO” ALLE CONSULTAZIONI IN MATERIA AMBIENTALE

La Confindustria e altre sigle si sono scatenate contro le norme inserite nella Finanziaria regionale in materia di cave e pubblicità della Valutazione di Impatto Ambientale definendole  “abominevoli“, in contrasto con la nuova direttiva europea sulla VIA che dà ulteriore impulso proprio a quella trasparenza e partecipazione di cui l’Abruzzo è sempre stato carente, ma che rappresenta la normalità nei Paesi dell’UE e anche in molte regioni italiane. L’Europa tanto citata quanto poco studiata da Confindustria impone di “garantire il diritto di partecipazione del pubblico alle attività decisionali in materia ambientale, per contribuire a tutelare il diritto di vivere in un ambiente adeguato ad assicurare la salute e il benessere delle persone”.
Infatti la nuova direttiva introduce modifiche abbastanza sostanziali soprattutto nella direzione del rafforzamento della partecipazione del “pubblico interessato” (diverso da “pubblico” semplice).
Sostanzialmente a tutti i cittadini deve essere riconosciuta l’attuale forma di trasparenza e partecipazione (accesso atti, osservazioni ecc.). Poi esiste il “pubblico interessato” che addirittura può dare “pareri” e che deve essere coinvolto nelle fasi preliminari, quantomeno coinvolgendo le  associazioni ambientaliste. L’UE definisce “pubblico interessato” il “pubblico che subisce o può subire gli effetti delle procedure decisionali in materia ambientale o che ha un interesse in tali procedure. Ai fini della presente definizione, le organizzazioni non governative che promuovono la protezione dell’ambiente e che soddisfano i requisiti di diritto nazionale si considerano portatrici di un siffatto interesse”.