Non idonee neppure le nuove ipotesi di intervento avanzate da Edison ma qualcosa si muove Il Ministero non fa sconti: la bonifica deve prevedere la rimozione dei rifiuti.
Conferenze di servizio decisorie il 31 gennaio per la Tremonti, il 20 febbraio per Piano d’Orta.
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Concluso il nuovo appuntamento presso il Ministero dell’Ambiente per esaminare i progetti presentati da Edison per la bonifica della discarica Tremonti di Bussi Officine e dell’ex area industriale di Piano d’Orta. Sostanzialmente anche la nuova proposta dell’azienda è stata bocciata pure se su alcuni aspetti sarà avviata una verifica “sul campo”.
In sintesi sulla discarica Tremonti il Ministero, di concerto con le altre parti istituzionali, ha chiesto ad Edison di presentare entro il prossimo 31 gennaio 2018 un progetto definitivo complessivo che deve essere finalizzato alla rimozione totale dei rifiuti. In dettaglio dovranno essere previste diverse fasi di intervento, differenziate per le tre aree (nord, centrale e sud) del deposito. L’area nord è quella che ha la più alta priorità, non solo perché contiene la parte più elevata di inquinanti ma anche perché le ultime indagini dell’ARTA hanno evidenziato pericolo di inquinamento esterno: è stata rilevata infatti una contaminazione oltre la barriera delle parancole. Su questa area si è deciso di sperimentare la tecnica del disorbimento termico proposta da Edison – da attuare subito attraverso una rapida autorizzazione da parte della Regione – come test pilota per verificarne l’effettiva capacità di azzerare i contaminanti. Una volta accertato il funzionamento di questa tecnica, la si potrà applicare su tutta l’area nord al fine di eliminare la contaminazione per poi passare alla successiva rimozione dei rifiuti.
Una diversa strategia dovrà essere attuata per le due aree sud e centrale dove il progetto dovrà prevedere che si proceda all’immediata rimozione dei rifiuti. Il tutto dovrà avvenire con interventi in parallelo nelle varie zone in modo da accorciare i tempi. Quella del 31 gennaio del prossimo anno sarà infatti una conferenza di servizio decisoria in modo da arrivare finalmente alla bonifica.
Sull’ex impianto di Piano d’Orta sono previste invece misure urgenti per il trattamento delle falde con l’emungimento e l’avvio di un protocollo per il controllo delle polveri, la rimozione dei rifiuti nelle aree
libere da edifici e il completamento della caratterizzazione attraverso anche l’abbattimento da parte della ditta attualmente proprietaria (e quindi non di Edison) dei manufatti tuttora esistenti, ostativi alla bonifica. All’interno di tali edifici sono infatti presenti tra l’altro delle vasche di piombo atte a contenere residui inquinanti di produzione. Si è inoltre definitivamente chiarito che rifiuti da rimuovere sono presenti anche all’esterno dell’area oggi SIN che infatti, come richiesto dalla Regione Abruzzo, sarà riperimetrata e
ampliata. In parallelo sarà avviata una fase di analisi specifica per la verifica della eventuale presenza di arsenico volatile nell’aria. Questo perché gli ultimi campioni misurati nel terreno hanno fatto riscontrare
la presenza di percentuali di arsenico tali da non poter in linea di massima essere catalogate, secondo ISPRA e ARTA, come fenomeni naturali.
Al di là dei primi interventi urgenti, si dovrà poi procedere alla bonifica definitiva con il relativo progetto da presentare entro il 20 febbraio. In questo caso è stato necessario prevedere un tempo più lungo per la necessità di procedere all’abbattimento degli edifici, operazione che richiederà l’acquisizione di tutti i necessari pareri di legge.
Da sottolineare infine positivamente il fatto che la Provincia di Pescara, insieme a ARTA, ASL e Regione, abbia chiesto che ogni operazione sia accompagnata da indicazioni certe sui tempi e sulle date di svolgimento per poter effettuare in tutte le fasi i necessari controlli.
“Ci auguriamo – concludono Legambiente, Bussi ci riguarda e WWF – che i tempi siano rispettati e che la stringente azione positiva del Ministero porti finalmente a una bonifica attesa ormai da troppo anni”.