La biodiversità forestale in Abruzzo

Prof. Gianfranco Pirone, già ordinario di geobotanica e ecologia vegetale all’Università dell’Aquila. Grazie a Conalpa per la diffusione

 

La via più diretta per entrare nell’Universo

  è quella che attraversa una foresta incontaminata

John Muir

 

 

Introduzione

Il patrimonio vegetale dell’Abruzzo è uno dei più ricchi d’Italia, oltre che uno dei più importanti a livello europeo.

La flora regionale, primo livello di questo patrimonio, ammonta a oltre 3360 entità tra specie e sottospecie; il suo interesse non è legato solo alla elevata numerosità, ma anche alla qualità testimoniata, tra l’altro, dai circa 230 endemiti,  prestigiose piante il cui numero va aumentando con il progredire degli studi sistematici, a dimostrazione che l’Abruzzo costituisce una vera e propria fucina di biodiversità.

Altrettanto rilevante è il secondo livello, rappresentato dalla vegetazione, quale risultante di una incessante combinazione di stirpi vegetali che nel corso dei millenni ci ha consegnato un peculiare e multiforme mantello verde, espressione della storia naturale e delle condizioni ecologiche attuali.

La notevole eterogeneità climatica, litologica e geomorfologica della regione, che ha prodotto una altrettanto ricca eterogeneità biologica, si riflette poi anche al più alto livello, quello della diversità paesaggistica.

In tale contesto, la vegetazione forestale rappresenta un elemento fondamentale, qualificato e qualificante del paesaggio, oltre che la forma più complessa di vegetazione. In quanto ecosistema, il bosco è molto più della sola somma dei singoli alberi che ne disegnano la fisionomia, essendo i suoi componenti, biotici e abiotici, legati da molteplici interazioni.

Dal punto di vista strutturale, nei casi più semplici, in un bosco si distinguono uno strato arboreo, uno arbustivo, uno erbaceo ed uno muscinale. I boschi più antichi e climaticamente favoriti, come le foreste pluviali equatoriali, presentano una struttura ben più articolata, con diversi strati arborei, di cui quello emergente può superare i 50 m di altezza.

Come sottolineano Giacomini e Fenaroli nell’ormai classico e sempre attuale volume “La Flora” pubblicato nel 1958 dal Touring Club d’Italia, “È grande dono delle nostre montagne il manto verde delle foreste. Senza dubbio le foreste sono le forme di vegetazione che più importa conoscere quando si vogliano inquadrare scientificamente i paesaggi vegetali di un determinato Paese; esse costituiscono nei singoli ambienti le espressioni più evolute e caratteristiche della vegetazione“.

Oltre a fornire legno, i boschi rappresentano una importante risorsa alimentare, idrica e farmaceutica e svolgono svariate funzioni: ecologiche e di conservazione della biodiversità, turistico-ricreative e igienico-sanitarie, di protezione idrogeologica, di stabilità climatica e ambientale.

La vita dell’uomo, quella materiale innanzi tutto, ma anche quella spirituale, si è sempre intrecciata con la vita del bosco, che ha ricoperto il ruolo di risorsa insostituibile e generosa, oltre che di luogo della sacralità e dell’ispirazione artistica.

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